Insegne di pellegrinaggio

«E’ però da sapere che in tre modi si chiamano propriamente le genti che vanno al servigio dell’Altisimo: chiamansi palmieri in quanto vanno oltremare, la onde molte volte recano la palma; chiamansi peregrini in quanto vanno a la casa di Galizia (…), chiamansi romei quanti vanno a Roma».

Bisogna sapere che in tre modi si chiamano le persone che vanno al servizio dell’Altisimo [ cioè in pellegrinaggio ]: si chiamano palmieri perché vanno oltremare, da dove molte volte portano indietro la palma; si chiamano pellegrini perché vanno al satuario di Galizia (…) si chiamano romei quanti vanno a Roma

(Dante Alighieri, Vita Nova, XL)

 

Frammento di vetrata con san Giacomo in abiti da pellegrino, Colonia o Basso Reno, ultimo quarto del XV secolo, Vetri colorati, pittura a grisaglia, piombo, Colonia, Museum Schnütgen

 

Illustrazione con gusci di capasanta ( Pecten iacobaeus )

 

Palmiere, pellegrino dalla Terra Santa (XII sec.), affresco. Tavant (Indre-et-Loire, Francia), Chiesa di St. Nicolàs

 

Insegna coi SS Pietro e Paolo e le due chiavi, simbolo del pellegrinaggio

 

Insegna coi santi Pietro e Paolo

 

Santa Veronica, Insegna di pellegrino, XIV-XV sec, Parigi

 

Testa di pellegrino con signa peregrinationis sul cappello- le chiavi incrociate e la Veronica (inizi XV sec.)

 

La conchiglia sormontata dall’Arcangelo Michele – pellegrinaggio a Mont Saint Michel

 

Insegna di pellegrinaggio del Volto Santo di Lucca, XIV secolo, Pas-de-Calais, Francia

 

Le insegne di pellegrinaggio (PDF)

Fonte: Università di Venezia

Le mappe

Tabula Peutingeriana. Si nota la città di Lucca, il porto di Pisa, il Porto di Luni e il passo appenninico (in Alpe Pennino)

 

Tabula peutingeriana, I-IV secolo, ripresa nel medioevo. Edizione Konrad Miller, 1887-1888.

 

Sistema viario consolare romano: modello radiale

 

Il sistema viario medievale: modello reticolare

 

Le vie francigene: l’itinerario di Sigerico e di Filippo Augusto in Toscana

I documenti d’archivio

La descrizione del viaggio di Sigerico

Itinerario di Sigerico 990-994 British Library, Londra

 

Evidenziate le tappe: 25- Porcari, 26 – Lucca, 27 – Camaiore, 28 – Luni

 

Per la prima volta la via è definita «francisca» in un atto dell’876 riguardante il monastero di San Salvatore sul Monte Amiata. W. Kurze, Codex diplomaticus amiatinus, Band. I, n. 157, p. 332.

 

Intorno al 1114 è Donizione che la cita nella Vita di Matilde di Canossa a proposito della fuga di Enrico VI di fronte alle truppe normanne. Manoscritto – Vaticano latino 4922.

 

L’imperatore aveva occupato Roma nel 1083, costringendo Gregorio VII a rifugiarsi a Castel Sant’Angelo. Dopo alcuni mesi di assedio il Papa chiamò in soccorso i normanni di Roberto il Guiscardo, che sbaragliarono l’imperatore «qui per stratam fugit francigenam, montes ultra rediens». Manoscritto – Vaticano latino 4922.

Cappella Buonvisi

Ciao ragazzi,

mi chiamo Rossana, sono una dei proprietari della villa Buonvisi-Spada e ho l’incarico di accogliervi nella vostra visita alla Cappella del Volto Santo di villa Buonvisi-Spada. Approfitto fin da subito di questo spazio per dirvi che abbiamo molto apprezzato il bel video che avete realizzato e che siamo felici di mostrarvi dal vivo il piccolo tesoro che il “palazzo grande” (così in città veniva chiamata la villa al tempo dei Buonvisi) custodisce. Come tutti i tesori che si rispettino, è nascosto e insospettato.

Quando arriverete alla villa resterete forse un po’ delusi perché non troverete quello che vi aspettereste da una dimora signorile. Da lungo tempo la proprietà della villa è stata spezzettata e il palazzo trasformato in un condominio. Lo stesso destino hanno seguito i meravigliosi giardini che la circondavano.

Dovrete metterci tutta la fantasia di cui siete capaci e immaginare di tornare indietro fino al tempo in cui l’ingresso alla villa era limitato da un muro di cinta, grandi cancelli d’ingresso e guardie armate, un lungo viale fiancheggiato da conche di limoni e statue conduceva alla villa, i giardini erano ricchi di siepi curate, ed era tutto un tripudio di fioriere, statue, laghetti e giochi d’acqua… di dame sedute al fresco di fontane zampillanti, all’ombra di grandi alberi. Un viavai continuo di servitori intenti a lavorare affinché tutto fosse sempre perfetto… e di lavoro da sbrigare ne dovevano avere davvero tanto!!!

Ecco… questo splendore era una realtà che rendeva la villa un angolo di paradiso…. Bello al punto da ospitare niente di meno che un Papa e un Imperatore, Paolo III e Carlo V, che proprio nel palazzo dei Buonvisi, nel lontano 1541, si incontrarono per trovare una soluzione alla diffusione dei movimenti protestanti che in quegli anni appassionavano l’Europa. Purtroppo niente di paragonabile sarà lì ad accogliervi…

Ma una cosa è rimasta a rendere “il palazzo” ancora unico e importante. La cappella privata della villa e i suoi affreschi, che raccontano la leggenda del Volto Santo, nascosti al piano terra di un’ala del palazzo, sulle pareti della cappella privata che Benedetto Buonvisi volle decorare per celebrare la tradizione cattolica della sua importante famiglia e della città di Lucca, di cui il Volto Santo rappresentava il simbolo.

Proprio quegli affreschi che la professoressa Elena Dinelli e la dottoressa Ilaria Sabbatini vi hanno mostrato in classe, raccontandovi di come Nicodemo, secondo la leggenda, cercò inutilmente di rappresentare il volto di Gesù in un tronco di legno e degli angeli, che mentre dormiva terminarono il suo lavoro, e di come, in modo avventuroso arrivò a Lucca, dando inizio alla tradizione che ancora oggi si celebra nel giorno della festa della Santa Croce.

Spero di non avervi annoiato e di aver contribuito con poche cose ad incuriosirvi nei confronti della bellissima storia della nostra città, fatta anche di arte e di tradizioni che sono profondamente radicate dentro ciascuno di noi; che hanno contribuito e ancora oggi lo fanno a rendere Lucca un microcosmo pieno zeppo di storie affascinanti e i lucchesi orgogliosi di esserne custodi attenti e premurosi!

Concludo quindi ringraziandovi e augurandovi buon lavoro in vista del vostro Congresso: che questo importante appuntamento sia l’inizio di un nuovo e stimolante percorso di studio!!!

Vi aspettiamo il 4 maggio!